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Alluvione a Bologna: residenti di Saragozza fanno causa per sicurezza idraulica sul torrente Ravone

I residenti di Saragozza, Bologna, avviano un’azione legale contro le istituzioni per i danni dell’alluvione del 2024, chiedendo interventi urgenti e risarcimenti per la sicurezza del territorio.

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I cittadini della zona Saragozza di Bologna esprimono la loro inquietudine per i danni causati dall’alluvione di ottobre 2024, stimati in almeno tre milioni di euro. Malgrado le segnalazioni e le richieste di intervento siano state reiterate nel corso degli anni, i lavori di messa in sicurezza del torrente Ravone e del suo bacino idrogeologico avanzano lentamente. Esse stesse sono ritenute insufficienti a garantire la sicurezza della popolazione, alimentando il timore che eventi simili possano ripetersi.

La situazione attuale dei lavori di ripristino

A seguito dell’alluvione, il comune ha apportato delle migliorie a quattro punti critici lungo il torrente Ravone, due dei quali vengono ancora considerati propensi a nuovi danni: via Zoccoli e via Montenero. Gli altri due punti, via Andrea Costa e via Brizio, hanno ricevuto un intervento di ripristino nei mesi scorsi, ma ora i residenti sollevano interrogativi sulla tempestività e sull’efficacia degli interventi programmati. Tra le opere necessarie c’è la realizzazione delle vasche di laminazione, un aspetto recentemente tornato al centro del dibattito pubblico come soluzione prioritaria per contenere la portata delle acque durante eventi meteorologici intensi.

I cittadini temono che senza un intervento efficace e tempestivo, i danni possano ripetersi e aggravarsi. La situazione si complica ulteriormente poiché l’allerta non è solo locale, ma coinvolge l’intero bacino del Ravone. La necessità di un piano d’azione concreto e ben definito appare, dunque, un’urgenza che non può ulteriormente essere trascurata.

La denuncia dei residenti e il loro legale

A circa sette mesi dall’alluvione, venti residenti delle vie Zoccoli, del Genio e di Ravone hanno avviato un’azione legale contro il Comune di Bologna, la Regione Emilia-Romagna, il Consorzio Bonifica Renana e il commissario straordinario alla ricostruzione. Questa decisione è supportata dall’avvocato Adriano Travaglia e dal Comitato per il dissesto idrogeologico di Bologna. La denuncia di danno temuto è fissata per l’udienza del 4 giugno, dei cui esiti i residenti attendono con ansia una risposta.

L’azione legale è un passo significativo, poiché mira a evidenziare l’urgenza di garantire la sicurezza del territorio e la tutela delle abitazioni esposte al rischio. Nel corso dell’udienza, sarà fondamentale dimostrare che la mancata attuazione delle misure preventive ha creato una situazione di pericolo concreto. Secondo il legale, i pericoli sono già noti, e aggravati poiché gli interventi richiesti sono di competenza delle istituzioni coinvolte.

Richieste e misure per la sicurezza futura

La denuncia, oltre a richiedere un risarcimento economico per i danni già subiti, intende sollecitare il giudice a stabilire tempi certi per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza del torrente Ravone. Gli attori coinvolti devono affrontare una penale per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dei lavori, un modo per stimolare un’azione immediata.

In aggiunta, i cittadini chiedono una cauzione pari ai danni attuali, valutati intorno ai tre milioni di euro, per coprire eventuali futuri danni causati dalla negligenza delle autorità preposte. L’udienza offrirà un importante spazio per discutere la responsabilità e l’urgenza di un intervento decisivo nell’area.

Le immagini allegate alla denuncia mostrano la devastazione causata dall’alluvione: abitazioni, garage e giardini sotterrati dal fango svolgono un ruolo cruciale nel documentare i danni effettivi. La determinazione dei residenti riflette l’esigenza di un cambiamento concreto e tempestivo nella gestione delle questioni idrogeologiche della zona.