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La cucina come strumento di inclusione sociale: il progetto “Alimentare la vita” a Ferrara

Il progetto “Alimentare la vita” a Ferrara promuove l’inclusione sociale attraverso laboratori di cucina, coinvolgendo giovani e famiglie in un percorso di valorizzazione delle abilità culinarie e coesione comunitaria.

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La cucina come strumento di inclusione sociale: il progetto “Alimentare la vita” a Ferrara - Tuttomodenaweb.it

Un nuovo progetto dedicato all’inclusione sociale si sta sviluppando a Ferrara, focalizzandosi sulla cucina come luogo di socializzazione e valorizzazione personale. Dopo un primo successo, “Alimentare la vita“, promosso dalla cooperativa sociale Dives, è tornato con la sua seconda edizione. Questa iniziativa ha trovato un’importante vetrina durante il Festival della Fantasia, evidenziando l’interesse per i progetti che uniscono comunità e alimentazione.

Il contributo del Comune di Ferrara

Il successo di “Alimentare la vita” è stato reso possibile grazie al sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociosanitarie di Ferrara, che ha stanziato 10mila euro per l’iniziativa. Questo finanziamento non solo ha garantito la realizzazione del progetto, ma ha anche sottolineato l’importanza delle politiche di inclusione sociale nelle associazioni locali. La cucina diventa quindi un veicolo di relazione e apprendimento per giovani con fragilità, creando un contesto dove possono esprimere e valorizzare le proprie capacità.

In occasione del Festival della Fantasia, i visitatori hanno potuto scoprire tre prodotti creati dai partecipanti ai laboratori di cucina. Tra questi, biscotti al cioccolato, biscotti con mandorle e vino rosso del territorio e scaldatelli con semi di zucca hanno rappresentato il connubio tra tradizione culinaria e innovazione sociale. Questi prodotti non solo rispecchiano il territorio ma sono anche il risultato del lavoro condiviso e della soddisfazione di chi ha partecipato al progetto.

Un progetto educativo e inclusivo

L’assessore comunale alle Politiche sociosanitarie, Cristina Coletti, ha evidenziato l’importanza di “Alimentare la vita” nel creare momenti di inclusione sociale. La sua affermazione che il progetto rappresenta “un ottimo esempio di attività dalla grande valenza sociale” mette in luce la necessità di costruire spazi dove le persone possano conoscere e apprezzare il valore del cibo come elemento di crescita e relazione.

Giuseppe Salcuni, presidente della cooperativa Dives, ha spiegato che l’obiettivo del progetto è stato quello di far scoprire ai giovani le loro abilità culinarie. La cucina non è solo un’attività pratica, ma anche uno strumento educativo che può mettere in luce competenze diverse rendendo ogni individuo protagonista del proprio processo di crescita.

Il coinvolgimento delle famiglie e delle scuole

Alimentare la vita” ha avuto un impatto significativo sul territorio, coinvolgendo circa 600 giovani e 160 famiglie. I laboratori di cucina hanno messo a disposizione 6 operatori e 5 esperti in educazione alimentare, amplificando l’importanza di combattere lo spreco alimentare. Ma i benefici non si fermano qui; quasi 1000 persone hanno tratto vantaggio dall’iniziativa, tra cui i ragazzi della scuola Einaudi, che hanno supportato la cooperativa nel loro percorso di inclusione.

Questa rete di supporti ha permesso di creare un ambiente dove le persone più fragili hanno trovato accoglienza e opportunità, trasformando la cucina in un ambito dove incontrarsi, imparare e collaborare. In questo contesto, il cibo diventa un linguaggio comune, capace di unire le differenze e stimolare la coesione sociale.