Home » Il leader della comunità ebraica di Bologna chiede dialogo dopo la rottura con il governo israeliano

Il leader della comunità ebraica di Bologna chiede dialogo dopo la rottura con il governo israeliano

Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna, critica la decisione della Regione di interrompere i rapporti con Israele, sottolineando l’importanza del dialogo per promuovere pace e comprensione.

Il_leader_della_comunit%C3%A0_ebrai

Il leader della comunità ebraica di Bologna chiede dialogo dopo la rottura con il governo israeliano - Tuttomodenaweb.it

Il presidente della comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, reagisce alla recente decisione della Regione e dei comuni di Bologna e Rimini di interrompere ogni relazione istituzionale con il governo israeliano. In un momento delicato per il conflitto israelo-palestinese, De Paz sottolinea l’importanza del dialogo e della necessità di affrontare il tema con responsabilità, piuttosto che alimentare l’odio.

La reazione di Daniele De Paz alla decisione della Regione

La notizia della cessazione dei rapporti tra le istituzioni locali e Israele ha colto di sorpresa Daniele De Paz, che ha ricevuto anticipazioni dal presidente della Regione, Stefano De Pascale. Nonostante una certa comprensione della posizione assunta dai rappresentanti locali, De Paz esprime preoccupazione riguardo le implicazioni di tali scelte. “La decisione di interrompere i rapporti è carica di responsabilità,” afferma De Paz, che invita a riflettere sulle conseguenze che queste scelte possono avere sul dialogo tra le comunità. Secondo il presidente, continuare su questa strada non fa altro che alimentare il conflitto, portando a una polarizzazione dei sentimenti invece che a un avvicinamento.

L’importanza del dialogo e della comunicazione

De Paz sottolinea un aspetto fondamentale: la necessità di instaurare un dialogo aperto. “È cruciale che, qui da noi, si possa discutere e riflettere insieme. Non possiamo permettere che l’odio prenda il sopravvento sulle relazioni umane,” afferma. Il suo è un messaggio potente e chiaro, che invita la comunità locale a mantenere aperte le linee comunicative. “Fomentare l’odio non è la risposta,” aggiunge. De Paz propone di promuovere il confronto e l’ascolto tra le diverse parti, affinché si possano cercare soluzioni pacifiche ai conflitti, senza dimenticare le sofferenze reciproche.

L’incontro con i leader locali

Nel suo intervento, De Paz ha anche parlato di un imminente incontro con De Pascale, mentre desidera far sapere che non ha ancora avuto modo di dialogare con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Oltre a questi incontri, il leader della comunità ebraica di Bologna ha manifestato l’intenzione di confrontarsi anche con altre figure di spicco, come il cardinale Matteo Zuppi e il presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, Yassin Lafram. “Il dialogo tra le istituzioni politiche e religiose è fondamentale,” sostiene De Paz, che vede in questi incontri un’opportunità per unire gli sforzi a favore della pace.

La posizione su una manifestazione e il tema ostaggi

Interrogato sulla possibilità di partecipare a una manifestazione di protesta, De Paz ha chiarito la sua posizione contro la guerra, esprimendo la necessità di fermare il conflitto. “Scenderei in piazza per i diritti del popolo palestinese, ma è essenziale che ci siano definizioni chiare,” ha affermato. Ha poi sottolineato che ci sono ancora 58 ostaggi da liberare e che la sofferenza degli israeliani è pari a quella dei palestinesi. “Dobbiamo ascoltare anche il loro dolore,” ha detto, evidenziando che non si può parlare di pace senza considerare le complessità della situazione.

Un invito al ripensamento

Infine, De Paz ha lanciato un appello a De Pascale e alle altre istituzioni locali affinché considerino un passo indietro rispetto alla decisione di interrompere i rapporti con Israele. “C’è troppa emotività in gioco, e ciò potrebbe portare a conseguenze pericolose,” ha dichiarato. De Paz non condivide la decisione della Regione e dei municipi, invitando tutti a unirsi in un messaggio chiaro e forte, che chiede la cessazione delle ostilità in corso. Un invito ad abbandonare le posizioni rigide per optare per un cammino condiviso verso la pace e la comprensione reciproca.