Home » Licenziamento controverso alla Coop di Castel Maggiore: sciopero dei dipendenti in protesta

Licenziamento controverso alla Coop di Castel Maggiore: sciopero dei dipendenti in protesta

Tensione al Superstore Coop di Castel Maggiore dopo il licenziamento di una dipendente con 35 anni di servizio, scatenando proteste dei lavoratori e un forte sostegno sindacale.

Licenziamento_controverso_alla

Licenziamento controverso alla Coop di Castel Maggiore: sciopero dei dipendenti in protesta - Tuttomodenaweb.it

Una situazione di tensione ha coinvolto il Superstore Coop di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, dove un licenziamento ha sollevato un intenso dibattito tra lavoratori e azienda. A seguito di un ammanco di cassa di 150 euro, una dipendente con 35 anni di servizio è stata licenziata, scatenando la forte reazione della Filcams Cgil e dei colleghi, pronti a difenderla in prima linea.

La protesta dei lavoratori davanti al Superstore

Sabato 31 maggio, un gruppo di lavoratori si è riunito davanti al Superstore Coop del centro commerciale Le Piazze. Armati di fischietti e bandiere della Filcams Cgil, i dipendenti hanno espresso il loro sostegno per una collega recentemente licenziata. Francesco Devicienti, rappresentante sindacale della Filcams Cgil di Bologna, ha dichiarato che il provvedimento è sproporzionato e ha chiesto a Coop Alleanza 3.0 di ritirare il licenziamento per consentire alla cassiera di tornare al lavoro. “Non è giusto allontanare una dipendente che ha dedicato così tanto tempo alla sua professione,” ha aggiunto, facendo intendere che la battaglia non finirà qui.

La lavoratrice licenziata, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, è rimasta visibilmente scossa per l’accaduto. Molti dei partecipanti alla protesta hanno manifestato il loro rammarico per la situazione, sostenendo che un provvedimento così severo non trova giustificazione, considerando che per la donna si tratta della prima contestazione disciplinare in oltre tre decenni di carriera. La segretaria generale della Filcams Cgil di Bologna, Annamaria Russo, ha affermato che i sindacati non lasceranno la collega sola e che la lotta per i suoi diritti continuerà.

Lo sciopero e il sostegno collettivo

Dopo il licenziamento, i sindacati, tranne la Cisl, hanno indetto uno sciopero che ha coinvolto tutti i punti vendita della zona. L’adesione è stata significativa, oltre il 60% secondo i sindacati, con i lavoratori che hanno incrociato le braccia dalle 9 alle 10 del mattino. Tra le lacrime di una collega presente al presidio, è emerso un forte senso di solidarietà: “Questa è una grande ingiustizia, è frustrante vedere come possa succedere qualcosa del genere a chi non ha mai dato problemi,” ha dichiarato. La preoccupazione è che il licenziamento possa creare un pericoloso precedente, rendendo i lavoratori vulnerabili a provvedimenti simili in futuro.

Diversi dipendenti hanno espresso la loro apprensione sul fatto che una mancanza di cassa, situazione comune nel lavoro di cassa, possa comportare severe conseguenze. “Capita con frequenza che i conti non tornino, anche per cifre più alte. Ma in genere ci si confronta e si risolve la questione,” ha commentato una cassiera. La frustrazione condivisa dai colleghi sottolinea l’idea che il lavoro di cassiera sia già abbastanza stressante, e gli atteggiamenti di alcuni consumatori possono rendere la situazione ancora più difficile. “Io sostengo la collega a occhi chiusi, non ho dubbi sulla sua innocenza,” ha aggiunto la lavoratrice, esprimendo il legame professionale e umano che li unisce.

La posizione di Coop Alleanza 3.0

In risposta alla mobilitazione dei lavoratori, Coop Alleanza 3.0 ha rilasciato una dichiarazione in cui spiega la propria posizione sul licenziamento. L’azienda si è difesa sostenendo che non si tratta del caso di semplici “differenze di cassa”, ma di questioni più serie riguardanti la protezione del patrimonio aziendale. “Ogni giorno circa 3mila persone lavorano alle casse dei nostri 350 punti vendita e quindi le discrepanze di cassa possono avvenire. Tuttavia, questa situazione è da considerarsi in un contesto più ampio,” ha affermato un portavoce dell’azienda.

Secondo le informazioni fornite dall’azienda, l’ammanco di 150 euro non coincide con un comportamento usuale e questa azione si basa su aspetti più complessi. Coop Alleanza 3.0 ha ribadito che è fondamentale garantire la tutela del patrimonio comune e non chiudere gli occhi su comportamenti non conformi, lasciando intendere che la decisione è stata presa in modo ponderato e necessario per garantire la stabilità dell’organizzazione.

Con un clima di forte tensione, la questione resta aperta, con lavoratori pronti a continuare la loro lotta e l’azienda che si mantiene ferma sulla propria posizione.