Tragico incidente sul fiume Taro: muore un padre moldavo durante una giornata di picnic
Un padre moldavo di 34 anni, Sergio Baciu, annega nel fiume Taro mentre tenta di salvare il figlio in difficoltà. La tragedia ha colpito la comunità e avviato indagini sulle cause.

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Sergio Baciu, un uomo di 34 anni di origini moldave, è tragicamente annegato mentre trascorreva una domenica di festa a fianco del fiume Taro, in compagnia della sua famiglia e di amici. L’incidente ha avuto luogo nella zona di Fontevivo, proprio sotto il ponte dell’autostrada A1, provocando un’immediata mobilitazione delle autorità per i soccorsi. Le condizioni dell’acqua e le dinamiche dell’accaduto sono ancora oggetto di indagine da parte degli inquirenti.
Il contesto della tragedia
La domenica 1 giugno si presentava calda e soleggiata, perfetta per un picnic all’aperto. Sergio, che si trovava con la sua famiglia e alcuni amici, aveva deciso di rilassarsi lungo il fiume Taro. In quel momento di svago, non immaginava che la giornata si sarebbe trasformata in un incubo. Secondo le prime ricostruzioni, sembra che Baciu si sia tuffato per soccorrere il figlio, che appariva in difficoltà in acqua. Tuttavia, Sergio non sapeva nuotare, una situazione che avrebbe dovuto far sorgere una serie di preoccupazioni per la sua sicurezza.
Nel tratto di fiume dove si sono svolti i fatti, l’acqua non era particolarmente alta, perciò è probabile che Baciu credesse di poter toccare il fondo. Ma la corrente del Taro, insidiosa e imprevedibile, ha risucchiato l’uomo verso un vortice, portandolo in un buco d’acqua profondo circa due metri. Questa trappola mortale ha strappato all’affetto dei suoi cari un padre, un amico e un compagno di vita. Le autorità stanno ora esplorando la possibilità che Sergio potesse aver avuto un malore, complicando ulteriormente la ricostruzione di quanto accaduto.
I soccorsi e le operazioni di recupero
Immediatamente dopo l’emergere della crisi, i presenti hanno cercato di intervenire. Il bambino in difficoltà è stato tratto in salvo da alcuni amici, mentre la maggior parte delle attenzioni si è concentrata su Sergio, ancora inghiottito nelle acque tumultuose. I soccorsi si sono attivati in rapida successione: sul luogo dell’incidente sono giunti i Vigili del Fuoco di Parma con due squadre, mentre l’elicottero del 115 ha sorvolato l’area per localizzare l’esatta posizione dell’uomo.
Hanno partecipato all’operazione anche squadre di sommozzatori provenienti da Cecina e Milano, pronte a perlustrare le profondità del Taro nel tentativo di recuperare il corpo di Sergio. Queste operazioni si sono rivelate particolarmente complesse, con le squadre impegnate a scandagliare le acque alla ricerca del 34enne, che purtroppo non ha mai più riemerso. La tensione e l’ansia per l’esito delle ricerche hanno tenuto tutti col fiato sospeso, in attesa di notizie che purtroppo hanno portato a un epilogo tragico.
Il ritrovamento e il triste epilogo
Il corpo di Sergio Baciu è stato infine rinvenuto alcuni metri a valle rispetto al punto in cui era stato inghiottito. Gli operatori dei soccorsi hanno provato a rianimarlo, ma ogni tentativo è risultato vano. Il tragico evento ha spezzato non solo la vita di un padre, ma ha lasciato un’intera comunità in lutto, stravolgendo quella che doveva essere una giornata di allegria e convivialità. L’incidente sul fiume Taro ha messo in luce i rischi spesso sottovalutati di un’attività apparentemente innocua come quella del nuoto e del gioco in acque libere, richiamando l’attenzione su quanto sia importante essere prudenti e consapevoli dei pericoli che possono nascondersi nei corsi d’acqua.
Le indagini procedono, mentre i familiari e gli amici cercano di elaborare il dolore di questa immane perdita. La comunità piange un uomo che ha scelto di sacrificarsi per salvare il proprio figlio, un gesto che resterà impresso nella memoria di tutti coloro che lo conoscevano.