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Emilia-Romagna: la carenza di medici di base persiste e preoccupa le zone fragili

L’Emilia-Romagna affronta una grave carenza di medici di medicina generale, con solo 349 risposte a un fabbisogno di 1.434 professionisti, mettendo a rischio l’assistenza sanitaria nella regione.

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L’Emilia-Romagna si trova ad affrontare una grave carenza di medici di medicina generale, un problema che mette a rischio la salute pubblica in numerose aree. Con ben 255 professionisti ancora in fase di formazione, la regione appare lontana dalla soluzione del’inadeguato numero di medici disponibili. Questo scenario emergente richiede un’attenzione immediata per garantire l’assistenza sanitaria necessaria ai cittadini.

Il numero critico di medici di base

La situazione in Emilia-Romagna è allarmante: un bando pubblicato a fine marzo ha rivelato un fabbisogno di 1.434 medici di medicina generale, ma solo 349 hanno risposto per coprire le posizioni vacanti, corrispondente a una risposta del 24,34%. Tra le domande presentate, la maggioranza proviene da medici che non hanno ancora completato il corso di specializzazione triennale. Questo dato segna una nuova fase di difficoltà per la sanità regionale, dove i medici di base sono fondamentali per garantire un’assistenza continua e di qualità.

Le graduatorie e il profilo dei partecipanti

Dalla consultazione delle graduatorie di assegnazione degli incarichi pubblicate dall’AUSL di Imola, emerge che su 342 candidati per ricoprire il ruolo di medico di famiglia, ben 255 sono ancora in formazione specifica. Questo significa che quasi il 73% dei richiedenti è costituito da medici non ancora completamente formati, sollevando interrogativi sulle capacità di garantire una copertura adeguata al servizio di assistenza primaria.

A fronte di questa situazione, solo 87 medici già formati hanno fatto richiesta per ricoprire un’area carente. Di questi, 10 hanno richiesto un trasferimento, il che implica che mentre uno studio medico potrà avere un professionista, un altro rimarrà scoperto. Tra i neodiplomati, ovvero coloro che hanno completato la formazione dopo il 31 dicembre 2024, 17 hanno presentato domanda per coprire le carenze, ma sono i professionisti già con esperienza a rappresentare una frazione limitata delle domande.

Le prospettive future e le misure della Regione

La situazione attuale non è definitiva. Coloro che si sono messi in graduatoria ora dovranno decidere se accettare le offerte per le zone carenti, e ciò potrebbe cambiare le dinamiche nelle prossime settimane. Entro la seconda metà di giugno, una volta conclusa la procedura di assegnazione, sarà chiaro quanto sia stata effettivamente risolta la carenza di medici. Tuttavia, la Regione Emilia-Romagna già si prepara ad affrontare eventuali insuccessi.

L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi, ha dichiarato che in mancanza di medici disponibili a entrare in convenzione, queste posizioni verrebbero coperte con contratti a tempo determinato. Questo approccio, però, potrebbe non garantire la stabilità necessaria a lungo termine per le zone più vulnerabili.

Riforme in atto: l’aspettativa di una rete di aiuto

Mentre si cerca di mitigare l’emergenza attuale, la Regione sta lavorando per realizzare le Aggregazioni Funzionali Territoriali , pensate per migliorare i servizi nelle aree più difficili. Questo progetto ambizioso mira a radunare i professionisti della salute per offrire assistenza in modo più coordinato. Con la crisi in corso, l’efficacia delle AFT sarà fondamentale per garantire che le zone in difficoltà, come quelle appenniniche, ricevano l’attenzione di cui necessitano.

La carenza di medici di base in Emilia-Romagna è una sfida significativa, e l’evolversi della situazione nelle prossime settimane sarà cruciale per determinare come la regione risponderà a questo problema strutturale.