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La sfida dei medici di base: la storia di Nicola Ucci e il burnout della professione

La crisi dei medici di base in Italia si manifesta nell’abbandono della professione, come nel caso di Nicola Ucci, costretto a lasciare un ambulatorio stressante per cercare nuove opportunità lavorative.

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Nel panorama sanitario italiano, la figura del medico di base sta vivendo una fase di crisi profonda. A tal punto che medici affermati e con anni di esperienza come Nicola Ucci, 61enne di Cento in provincia di Ferrara, decidono di abbandonare il loro ruolo. Ucci ha vissuto un percorso difficile, culminato nell’abbandono di un ambulatorio affollato e stressante, per trasferirsi in un nuovo contesto lavorativo. La sua storia è emblematica: dietro, si nascondono problematiche che riguardano molti professionisti del settore.

Il peso dell’affollamento: una condizione insostenibile

Nicola Ucci non ha mai pensato di lasciare la professione medica, ma l’evoluzione della sua attività dal 2017 al 2023 è stata segnata dall’aumento costante del numero di pazienti. Da 1.800 assistiti, Ucci ha vissuto una pressione senza precedenti, alimentata dalla carenza di medici di base. Spiega che il numero ideale di pazienti sarebbe compreso tra 1.000 e 1.200, per garantire un follow-up adeguato. Il suo lavoro, spinto dal desiderio di aiutare e curare i suoi pazienti, si è trasformato in un impegno così gravoso da sfociare in un burnout.

Ucci racconta che dal 2020, anno in cui è scoppiata l’emergenza Covid-19, le sue giornate si sono riempite di appuntamenti e pratiche burocratiche. La realtà di un medico di base è ben diversa da quella romantica e idealizzata che molti possono avere. Mentre le voci popolari suggeriscono un lavoro poco impegnativo, la verità è che una quotidianità di questo tipo richiede dedizione costante, portando a turni di lavoro estenuanti.

L’abbandono dell’ambulatorio e la nuova vita professionale

Dopo aver lasciato la sua convenzione nel 2023, Ucci ha intrapreso un nuovo percorso come medico precario, riqualificandosi alle graduatorie regionali. In questo contesto, ha trovato lavoro all’Ausl di Modena e successivamente a Bologna, nel sistema di emergenza. L’esperienza nell’ambulatorio ha lasciato il posto a turni di 38 ore settimanali, suddivisi in turni di 12 ore. Queste nuove dinamiche lavorative consentono a Ucci di sfruttare meglio il suo tempo libero, consentendogli di escludere la pressione costante che provava prima.

La nuova occupazione offre vantaggi nella gestione del tempo e nella qualità della vita. Ucci afferma che, nonostante la responsabilità che comporta essere un medico dell’emergenza, la flessibilità di lavoro gli permette di separarsi dalla professione in modo più efficace. Questa nuova situazione gli consente di ritagliarsi del tempo per sé e per la sua famiglia, contrastando il crescente senso di ansia e stress che ha caratterizzato il suo ruolo precedente.

Il legame con i pazienti e la professione di medico di base

Nonostante il passaggio ad un nuovo ruolo, Ucci non dimentica i legami costruiti in tanti anni di lavoro come medico di base. I pazienti lo cercano ancora oggi e lui stesso avverte una profonda mancanza di quel rapporto di fiducia che si crea nel corso del tempo. La professione di medico di base va oltre la cura fisica: è anche empatia e ascolto, aspetti che creano una connessione unica tra medico e paziente.

Ucci riflette sul pericolo di perdere questo aspetto umano della medicina. Affronta la realtà di un settore sempre più difficoltoso, signaled by a constant increase in responsibilities and a decrease in the quality of service. Per lui, la professione è sempre stata una vocazione, un modo di servire la comunità, ma oggi la vita del medico di base appare insostenibile.

Attraverso il percorso di Ucci, è evidente che la professione medica sta attraversando una complessa transizione, e la sua storia solleva interrogativi importanti sulla sostenibilità della professione e sulla dignità dei medici. La strada avanti sarà sfidante, e il dibattito su come migliorare le condizioni di lavoro per medici e pazienti è più che mai necessario.