Le scuole della Bolognina si schierano: un appello per il referendum sulla cittadinanza dell’8-9 giugno
La comunità scolastica della Bolognina si mobilita per il referendum sulla cittadinanza, sottolineando l’importanza dell’integrazione e dei diritti civili per le famiglie non italiane.

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La comunità scolastica della Bolognina si mobilita in vista del referendum per la cittadinanza. Questo tema è diventato centrale dopo che diverse scuole della zona hanno subito atti vandalici, suscitando grande sensibilità tra genitori e docenti. Con oltre il 50% delle famiglie senza cittadinanza, il voto del fine settimana si presenta come un’opportunità per far sentire la voce di una comunità sempre più unita e solidale.
Un contesto di integrazione difficile
Nel quartiere della Bolognina, le scuole come l’IC 5 diventano il punto nevralgico per la discussione sui diritti civili. Questi istituti, più di altri, vivono quotidianamente la realtà di un’educazione che cerca di integrare bambini provenienti da diverse culture e nazionalità. La presidente del Consiglio dell’IC 5, Matilde Altichieri, sottolinea l’importanza di prendere una posizione chiara in merito al referendum: «La nostra comunità comprende un’alta percentuale di famiglie non italiane, quindi non possiamo rimanere in silenzio». La sua dichiarazione apre un dibattito cruciale sul futuro dei bambini che, al di là della loro nazionalità, si trovano a condividere gli stessi spazi educativi.
Le scuole dell’IC 5 non sono semplicemente luoghi di apprendimento, ma veri e propri centri di socializzazione, dove si promuove la valorizzazione delle differenze culturali. In un contesto dove molti alunni sono privi di diritti civili, diventa essenziale aprire un dialogo su come l’istruzione possa contribuire a un cambiamento significativo. Altichieri sostiene fortemente il “sì” al referendum, affermando che la democrazia deve partire proprio dai banchi di scuola. Non è solo una questione legata all’istruzione, ma un appello alla giustizia sociale e ai diritti umani.
La direzione del Consiglio d’istituto
Con il referendum alle porte, il Consiglio d’istituto dell’IC 5 non è l’unico a muoversi in tal senso. Molti educatori e professori si sono già espressi favorevolmente per un orientamento positivo sul quesito riguardante la cittadinanza. Questo è un chiaro segnale di quanto il tema sia sentito e condiviso tra coloro che ogni giorno lavorano a contatto con i ragazzi. La preside Daniela Tacconi conferma che la questione della cittadinanza è fondamentale e non può essere trascurata: «L’integrazione e il senso di appartenenza devono andare di pari passo».
Tacconi aggiunge che, pur avendo una popolazione scolastica eterogenea, molti dei suoi studenti si considerano italiani, nonostante non possano godere di diritti civili pari a quelli dei loro compagni. Questa ambivalenza crea una tensione che riflette sulla vita scolastica quotidiana. È evidente che per molti ragazzi le barriere legate alla mancanza di cittadinanza incidono anche sulle loro esperienze educative.
Le difficoltà della vita quotidiana
L’impatto della cittadinanza si estende oltre le mura scolastiche, influenzando la vita di ogni giorno. A tale riguardo, Altichieri evidenzia le problematiche concrete che vive la comunità: «Le famiglie devono spesso assentarsi da scuola per rinnovare i permessi di soggiorno», sottolineando come queste pratiche burocratiche possano interrompere il percorso educativo. Inoltre, crescono le preoccupazioni per le opzioni di mobilità, come l’impossibilità di partecipare a programmi di scambio, come le gite o Erasmus, a causa di vincoli legali.
La situazione appare ancora più complessa considerando che molte di queste famiglie vivono a Bologna da anni eppure si trovano escluse dalla possibilità di partecipare attivamente alla vita politica della loro città. Le parole di Altichieri sottolineano un dovere civico: «Richiamare al voto perché questo referendum rappresenta non solo la richiesta di diritti, ma la giusta rappresentazione di una comunità che chiede di essere ascoltata».
La necessità di un cambiamento
Nel complesso, l’attivismo dell’IC 5 mette in luce una crescente necessità di cambiamento. Non si tratta solo di questioni burocratiche, ma della volontà di costruire una società più equa e inclusiva. L’appello a votare “sì” per il referendum sulla cittadinanza si propone come un primo passo per superare le barriere che dividono le famiglie straniere da una piena integrazione nel tessuto sociale. Le voci di presidi e insegnanti diventano amalgama di una narrazione collettiva, mirando a sensibilizzare una cittadinanza più ampia a prestare attenzione alle sfide quotidiane che affrontano i più giovani nelle loro scuole.
Nella Bolognina, le scuole non sono solo luoghi d’apprendimento; sono fucine di idee e spazi di inclusione che chiedono a gran voce un riconoscimento dei diritti. Il referendum dell’8-9 giugno rappresenta un’opportunità preziosa per mettere in campo un cambiamento reale.