Manifesti filorussi a Modena: la polemica scoppia e coinvolge istituzioni e partiti
A Modena, manifesti filorussi suscitano polemiche e reazioni istituzionali. Il sindaco Mezzetti e il Partito Democratico condannano l’iniziativa, evidenziando la necessità di difendere i valori democratici.

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Negli ultimi giorni, la città di Modena è stata teatro di un controverso affresco politico. Alcuni grandi manifesti filorussi hanno fatto la loro apparizione sui muri cittadini, suscitando un forte dibattito nell’opinione pubblica. I manifesti ritraggono due mani che si stringono, decorate con i colori delle bandiere italiana e russa, accompagnati dalla scritta che recita: “La Russia non è il nostro nemico. Mattarella non parla in nome del popolo italiano.” Quest’azione provocatoria ha immediatamente attirato l’attenzione e condanne da parte delle istituzioni locali e di alcuni partiti politici.
Le reazioni ufficiali del sindaco Mezzetti
Il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, non ha tardato a esprimere la propria contrarietà a questo tipo di iniziativa. Mezzetti ha dichiarato che “questi personaggi e i loro epigoni locali” dovrebbero sapere che non passeranno inosservati e che l’amministrazione comunale sta valutando le modalità per intervenire. Per il sindaco, il fatto che il Capo dello Stato venga associato a negazionismi è inaccettabile e lontano dalla dignità del libero pensiero.
La condanna del sindaco si estende all’intera iniziativa, che viene etichettata come una truffa ai danni dell’opinione pubblica. Mezzetti ha sottolineato l’importanza di far sapere ai cittadini la verità riguardo a queste affissioni, definendole ingannevoli. La manifestazione di pensiero libero, sostiene, non può trasformarsi in uno strumento per dare voce a idee che minano i valori democratici.
Un’analisi della situazione politica
La situazione si inserisce in un contesto politico più ampio, dove la guerra in Ucraina continua a generare tensioni non solo a livello internazionale, ma anche sul territorio italiano. La presenza di messaggi filorussi manifesta una divisione profonda nel dibattito pubblico, portando alcuni a schierarsi apertamente contro il sostegno del governo all’Ucraina.
I manifesti hanno riaperto vecchie ferite, giacché la campagna di affissioni non è nuova nel panorama modenese. Gli episodi passati hanno già visto situazioni analoghe, sollevando interrogativi su chi possa realmente essere considerato portavoce dell’opinione pubblica italiana.
La posizione del Partito Democratico
Il Partito Democratico, attraverso le parole del suo segretario Stefano Vaccari, ha manifestato un netto dissenso nei confronti dei contenuti dei manifesti. Vaccari ha descritto queste affissioni come “vergognose” e una delle più gravi forme di mistificazione della realtà, sottolineando l’atteggiamento delle quinte colonne italiane che supportano il regime di Vladimir Putin. L’attacco rivolto al presidente Sergio Mattarella è considerato intollerabile dal PD.
Il segretario ha annunciato che il partito sta valutando la possibilità di una denuncia per vilipendio al presidente della Repubblica. Questo gesto, oltre a essere una manifestazione di indignazione, sottolinea l’importanza di tutelare la figura presidenziale da attacchi che violano le basi della convivenza democratica.
La risposta della comunità
La vicenda si è trasformata in una mobilitazione della società civile e dei partiti, con richieste di discussione nei vari consessi cittadini. Gli episodi di affissione di tali manifesti sollevano interrogativi sulla libertà di espressione e sui limiti di quest’ultima, mentre il dibattito si intensifica attorno alla protezione dei simboli nazionali e istituzionali.
Modena si trova così al centro di una questione che va ben oltre i singoli manifesti. È evidente che la questione della Russia e del suo ruolo nei confronti dell’Italia e dell’Europa è un tema caldo, destinato a suscitare discussioni accese e necessarie. Il futuro di tali iniziative, e la capacità della città di rispondere a queste provocazioni, rimane da vedere.