La cannabis light resta illegittima: il Tar di Bologna conferma le restrizioni
Il Tar di Bologna dichiara illegittima la vendita di cannabis light, confermando l’ordinanza che ne vieta la commercializzazione e sollevando interrogativi sulle future politiche normative in materia.

La cannabis light resta illegittima: il Tar di Bologna conferma le restrizioni - Tuttomodenaweb.it
Una recente sentenza del Tar di Bologna conferma l’illegittimità della vendita di prodotti derivati dalla cannabis sativa L., comunemente noti come cannabis light. La decisione arriva in un contesto di crescente dibattito attorno alla legalizzazione e alla commercializzazione di tali sostanze, ora ulteriormente complicato dall’entrata in vigore del Dl Sicurezza. La questione sollevata da un negoziante di Granarolo dell’Emilia mette in evidenza le differenze interpretative tra le normative vigenti sul tema.
La controversia legale e il ricorso del negoziante
Il caso nasce in seguito a un’ordinanza emessa dallo sportello unico per le attività produttive dell’Unione dei Comuni Terre di Pianura nel gennaio 2022. Questa ordinanza imponeva al negoziante, il quale commercializza prodotti a base di cannabis light attraverso distributori automatici, di interrompere la vendita. In risposta, il negoziante ha presentato ricorso, sostenendo che la sua attività era legittima alla luce delle leggi comunali e regionali.
Il ricorso è stato esaminato dalla prima sezione del Tar di Bologna, composta dal presidente Paolo Carpentieri e dalla relatrice Mara Bertagnolli. Gli avvocati dell’impresa, Andrea Fornasari e Claudia Agusta Facinelli, hanno cercato di sostenere la legalità della commercializzazione di foglie, infiorescenze, olio e resina derivanti dalla cannabis sativa. Tuttavia, il Tar ha respinto le richieste del negoziante, confermando la validità dell’ordinanza emessa dall’Unione dei Comuni.
Riferimenti giuridici e interpretazioni delle norme
In questa sentenza, il Tar di Bologna ha fatto riferimento a una sentenza delle sezioni unite della Cassazione, datata 10 luglio 2019. Questa decisione di alto livello giuridico affrontava la questione del contrasto tra le normative riguardanti gli stupefacenti e le leggi che incentivano la produzione di canapa per usi industriali. I giudici del Tar hanno concluso che la commercializzazione dei prodotti derivanti dalla cannabis sativa non rientrava nel quadro normativo favorevole alla filiera, essendo considerata illecita.
Fondamentale è l’interpretazione che il Tar ha dato alla legge in vigore. La vendita di cannabis light è stata giudicata illegale senza alcun riferimento alla concentrazione di THC, il principio psicoattivo della cannabis. Pertanto, l’amministrazione pubblica non ha ritenuto necessario effettuare ulteriori analisi prima di emettere il provvedimento di interdizione.
Implicazioni future per la cannabis light
La decisione del Tar di Bologna ha suscitato reazioni tra i commercianti e gli imprenditori del settore, che vedono nel mercato della cannabis light un’opportunità di crescita economica. Tuttavia, la vicenda solleva interrogativi sulla direzione futura delle politiche locali e nazionali riguardanti la cannabis e potrebbe innescare ulteriori azioni legali o richieste di modifica alle attuali normative.
Con l’entrata in vigore del Dl Sicurezza, che rende ancora più complessa la regolamentazione della cannabis, la situazione si fa incerta. È probabile che il dibattito si intensifichi, con pressioni da parte di attivisti e imprenditori per rivedere le attuali restrizioni legali, in un panorama in continua evoluzione. Le autorità competenti saranno chiamate a definire un quadro normativo chiaro, mentre il mercato della cannabis light rimane in una sorta di limbo giuridico.