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La Cgil di Bologna chiude la campagna referendaria: oltre 1.500 attivisti coinvolti per i diritti sul lavoro

La Cgil di Bologna mobilita oltre 1.500 attivisti per il referendum dell’8-9 giugno, puntando a difendere i diritti dei lavoratori e semplificare l’accesso alla cittadinanza con un forte sostegno popolare.

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Nell’ambito della mobilitazione referendaria in programma per l’8 e il 9 giugno, la Cgil di Bologna ha mostrato un forte impegno, contando su oltre 1.500 attivisti. La campagna, iniziata il 25 aprile 2024, si propone di abrogare norme considerate dannose per i lavoratori e di rendere più accessibili i diritti di cittadinanza. Michele Bulgarelli, segretario della Cgil di Bologna, esprime fiducia nell’affluenza alle urne e nella capacità di raggiungere il quorum necessario per il successo dei referendari.

Un inizio di mobilitazione senza precedenti

La raccolta firme è decollata dal 25 aprile 2024. Michele Bulgarelli ha notato un crescente interesse tra i lavoratori, con un numero senza precedenti di richieste di volantini per partecipare attivamente alla campagna. Gli assemblea nei luoghi di lavoro hanno creato un’atmosfera di interesse e partecipazione, segnalando un cambiamento significativo nella consapevolezza dei cittadini riguardo alle questioni relative ai diritti sul lavoro. Lo scopo dei referendari è chiaro: fermare i licenziamenti illegittimi e rendere l’occupazione più stabile e sicura, fattori cruciali nel contesto socio-economico attuale.

La campagna ha riscosso una notevole approvazione nella popolazione bolognese. Le assemblee si sono moltiplicate e le discussioni hanno coinvolto una platea sempre più vasta, non solo tra i lavoratori, ma anche in contesti associativi e tra familiari e amici. La partecipazione attiva è considerata un messaggio chiaro nei confronti della destra politica, che, secondo Bulgarelli, si ritira in silenzio invece di affrontare le questioni cruciali proponendo argomenti reali. La raccolta delle firme ha raggiunto un totale di 5 milioni in tutta Italia, dimostrando un forte sostegno popolare per la causa.

Una festa per la partecipazione democratica

Questa sera, la campagna giunge a uno dei suoi momenti culminanti: la chiusura in piazza XX Settembre. Oltre a Bulgarelli, sul palco sono attesi nomi noti del panorama politico e sociale come Deepika Salhan e Vanessa Guidi. L’evento sarà caratterizzato da musica e celebrazioni, un segnale del legame creato tra i cittadini e le tematiche dei referendum. L’approccio festoso vuole sottolineare l’importanza di una mobilitazione collettiva per i diritti sul lavoro e la cittadinanza.

Bulgarelli ha già anticipato il tono del suo intervento: un grande ringraziamento alla mobilitazione democratica è previsto, evidenziando l’importanza di fornire una riflessione profonda su temi quali lavoro e sicurezza. Sottolinea che indipendentemente dall’esito, il cammino intrapreso ha già rappresentato una vittoria. Il messaggio di partecipazione è una risposta ai tentativi di silenziare la voce dei cittadini attraverso l’astensione, informando che il referendum è uno strumento fondamentale di democrazia diretta.

I numeri della mobilitazione bolognese

La mobilitazione si è articolata in diversi modi. I 5 milioni di firme rappresentano solo la punta dell’iceberg: Bologna ha visto l’istituzione di 46 comitati referendari attivi in tutti i comuni dell’area metropolitana. Ogni comitato ha lavorato sul campo per sensibilizzare la popolazione, creando spazi di dialogo e confronto. Le due mila assemblee realizzate hanno permesso di affrontare in modo diretto le problematiche sul lavoro.

Un esempio concreto di come queste assemblee funzionino è la recente riunione all’Interporto, che ha visto la partecipazione di lavoratori giovani e precari, evidenziando il rimosso bisogno di diritti e sicurezza. L’attenzione si sposta su casi specifici e storie di lavoratori che, come Yaya Yafa, non hanno mai ottenuto tutele adeguate, richiamando l’enorme impatto insanabile che un licenziamento ingiusto può generare nella vita di una persona.

I quesiti referendari e l’importanza del voto

Oltre a fermare i licenziamenti illegittimi, i quesiti referendari tratteranno il dimezzamento dei tempi per richiedere la cittadinanza. La Cgil sottolinea l’importanza di votare su questi temi, in quanto si pongono come difesa dei diritti fondamentali. È fondamentale far notare che il voto influenzerà direttamente milioni di lavoratori, inclusi coloro assunti dopo l’entrata in vigore del Jobs Act nel 2015. La chance di recuperare il posto di lavoro in caso di ingiustizia rappresenta un cambiamento epocale per il pubblico lavorativo.

Invitare al voto risulta essenziale. Ogni cittadino ha la responsabilità di decidere, creando così un meccanismo di protezione per tanti lavoratori. Questa campagna rappresenta non solo una battaglia legittima per i diritti, ma anche un’opportunità per ribadire che la Costituzione italiana è fondata su valori di lavoro e cittadinanza. I cittadini sono esortati a schierarsi, poiché ogni voto conta.

La questione della cittadinanza

Ultimo tema trattato riguarda la proposta di velocizzare l’iter per ottenere la cittadinanza italiana. Qui si fa appello alle esperienze di vita dei migranti presenti sul nostro territorio. La storia di Pamela Malvina, pugile che non ha potuto partecipare a eventi cruciali per la sua carriera, è un chiaro esempio della necessità di modifiche legislative in questo senso. Le storie personali sono diventate il cuore pulsante di questa battaglia, e la Cgil spera di dare voce a chi normalmente non ha la possibilità di far sentire le proprie istanze.

Con una campagna referendaria così intensa e articolata, il consenso da parte della popolazione è palpabile, segnalando un desiderio profondo di cambiamento e riforma nelle leggi sul lavoro e sulla cittadinanza. La mobilitazione della Cgil di Bologna è un esempio di partecipazione attiva e risultati ottenuti già nella fase preliminare, e ora si attende con trepidazione l’esito del voto.