Giustizia per Tania: la lotta della famiglia Bellinetti contro la violenza di genere
Il fratello di Tania, Andrea Bellinetti, chiede giustizia per la sorella vittima di violenza di genere, mentre l’ex compagno Faiez Salmi è ancora ricercato dalle autorità.

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La tragica vicenda di Tania continua a far discutere l’opinione pubblica. Andrea Bellinetti, il fratello di Tania, sta lottando con tutte le sue forze per ottenere giustizia e scuotere le coscienze su un tema che non può essere trascurato: la violenza di genere. A due mesi dal drammatico evento, il suo ex compagno, Faiez Salmi, è ancora in fuga e sotto indagine per istigazione al suicidio, alimentando ulteriormente il dolore della famiglia e l’urgenza di una risposta da parte delle autorità.
La fuga di Faiez Salmi e il contesto legale
Dal mese di dicembre 2024, Faiez Salmi risulta ricercato dalla Squadra mobile di Bologna per il legame con il tragico destino di Tania. Indagato per istigazione al suicidio, Salmi era già stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per diversi reati, tra cui maltrattamenti, lesioni e stalking. Questi episodi, documentati dalle denunce di Tania, lasciano intravedere un quadro di abusi e una storia segnata dalla violenza.
La latitanza di Salmi pone una serie di interrogativi sullo stato delle indagini e sull’efficacia delle misure di protezione per Tania, che aveva già subito in passato violenze da parte del suo ex compagno. Gli inquirenti stanno continuando le ricerche per rintracciarlo, ma la sua scomparsa non fa che alimentare le preoccupazioni e i dubbi su quanto accaduto in quel tragico giorno del 10 aprile. L’assenza di risposte concrete amplifica il senso di impotenza e di ingiustizia di chi ha perso un suo caro.
La richiesta di giustizia della famiglia Bellinetti
In un contesto di grande dolore, Andrea Bellinetti ha deciso di rompere il silenzio e di rappresentare la voce della sua famiglia attraverso un appello pubblico. In un post sui social media, ha espresso la sua amarezza verso una società che sta pericolosamente perdendo di vista la questione della violenza di genere. Con la convinzione che si debba fare di più, ha sollecitato gli inquirenti a intensificare le indagini e a non smettere di cercare Salmi, sottolineando che ogni giorno è prezioso per scoprire la verità su ciò che è accaduto a sua sorella.
La famiglia di Tania vive in un limbo di incertezze, e Andrea ha sottolineato come l’assenza di notizie, persino riguardo al funerale della sorella, contribuisca a farli sentire invisibili. La sua innata determinazione a portare avanti la memoria di Tania si traduce nel desiderio di coinvolgere centri antiviolenza e associazioni, affinché il dramma che hanno vissuto non venga dimenticato e diventi un faro di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere.
Un impegno collettivo contro la violenza di genere
Andrea non intende fermarsi. Voce di un dolore profondo ma anche di una volontà decisa a fare la differenza, ha espresso la volontà di mobilitare le forze della comunità nella lotta contro la violenza di genere. La sua esperienza personale, pur tragica, rappresenta una chiamata all’azione per chiunque desideri vedere un cambiamento. L’ingiustizia che ha colpito Tania è solo una delle tante storie di donne vittime della violenza, spesso invisibili ma sempre reali.
Un elemento centrale del suo messaggio è l’importanza di rimanere uniti, di non isolarsi e di portare alla luce le storie che troppo spesso rimangono nelle ombre. Per Andrea, il coinvolgimento attivo di tutti è fondamentale per creare un cambiamento tangibile. I centri antiviolenza sono un’ancora di salvezza, spazi sicuri dove le donne possono trovare supporto e dove finalmente si può tornare a parlare di quanto accade.
La battaglia per giustizia che Andrea sta combattendo non è solo un affare personale, ma un grande messaggio di speranza e impegno per un’Italia più consapevole, nella quale le storie come quella di Tania trovino ascolto e giustizia.