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Assoluzione per un luogotenente della Finanza accusato di rivelazione di segreti istruttori

Il luogotenente della Guardia di Finanza, Gian Claudio Sturiale Tindaro, è stato assolto da accuse di divulgazione di segreti d’ufficio legate a un’indagine su corruzione, dopo un processo controverso.

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Un’importante decisione della giustizia è stata emessa ieri riguardo al luogotenente della Guardia di Finanza, Gian Claudio Sturiale Tindaro, di 59 anni, attualmente in servizio nel comando reggiano. L’uomo è stato assolto da due gravi accuse legate alla possibile divulgazione di informazioni riservate nell’ambito di un’indagine interna che ha coinvolto un collega, l’ex luogotenente Cosimo Cifarelli. Questa vicenda ha attirato l’attenzione tanto dei media quanto dell’opinione pubblica, essendo emersa in un contesto di estrema serietà riguardante la tutela dei segreti d’ufficio all’interno delle forze dell’ordine.

Le accuse e il contesto dell’inchiesta

Gian Claudio Sturiale Tindaro è stato accusato di rivelazione di segreto istruttorio e di aver fornito indicazioni a un suo collega, Cifarelli, coinvolto in un’indagine per corruzione. Quest’ultimo era stato arrestato nell’ambito dell’operazione dove è emerso che riceveva bustarelle da un imprenditore. L’episodio risale al 2 dicembre 2022, quando le forze dell’ordine hanno bloccato l’ex luogotenente mentre riceveva una tangente di 2000 euro. La gravità dei reati contestati a Cifarelli ha indotto la Procura a porsi in modo severo nei confronti di chiunque avesse potuto influenzare l’inchiesta.

L’accusa nei confronti di Sturiale Tindaro è stata sostenuta dal Pubblico Ministero Isabella Chiesi, che ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione, senza concedere attenuanti generiche. L’avvocato difensore, Alessandro Conti, ha contestato le accuse, sostenendo l’innocenza del suo assistito e richiedendo l’assoluzione.

La difesa e le testimonianze in aula

In aula, Sturiale Tindaro ha deciso di interrogarsi e ha fornito un resoconto dettagliato della sua posizione. Ha confermato di essere stato informato da un superiore riguardo alle intercettazioni che interessavano Cifarelli, ma ha negato di aver partecipato a qualsiasi riunione in cui si sarebbero discusse informazioni riservate. Secondo le sue parole, era assente dal servizio in quel periodo e si trovava in Sicilia per cure termali.

Un ulteriore punto in favore della difesa è emerso dalla testimonianza dell’avvocato Conti, il quale ha messo in evidenza l’assenza di qualsiasi contatto tra il suo assistito e Cifarelli nei giorni cruciali in cui si sarebbe verificata la fuga di informazioni. Il legale ha anche spiegato che Sturiale Tindaro non ha mai rivelato chi avesse fornito informazioni sullo stato di Cifarelli così come su presunti movimenti bancari sospetti che lo riguardavano.

Il verdetto e le emozioni dell’assolto

Alla fine del processo, il collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti e affiancato da Giovanni Ghini e Silvia Semprini, ha deciso di assolvere Sturiale Tindaro con la motivazione che “i fatti non sussistono”. Una decisione che ha rappresentato un importante traguardo per l’imputato, che ha successivamente condiviso le sue emozioni con i giornalisti presenti.

Durante l’intervista, il luogotenente ha espresso il suo stato d’animo raccontando quanto fosse stato difficile ritrovarsi dall’altra parte del tavolo, potendo finalmente dimostrare la sua estraneità alle accuse dopo un lungo servizio di 41 anni. Ha sottolineato quanto sia complicato difendersi quando si è innocenti e ha rivelato che sarebbe andato in pensione a settembre, rendendo questa esperienza ancora più complessa. La sua vicenda, caratterizzata da tensione e incertezze, mette in evidenza le sfide che affrontano gli operatori delle forze dell’ordine, costretti a confrontarsi con situazioni delicate che incidono profondamente sulle loro vite.