Bologna verso il 2050: sfide e opportunità per il futuro della città
A Bologna, esperti e cittadini discutono di transizione ecologica, inclusione sociale e innovazione digitale per affrontare le sfide future della città, puntando su formazione e collaborazione per un futuro sostenibile.

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A Bologna si discute del futuro e delle sfide che la città deve affrontare. Il 17 giugno, si è tenuto un incontro cruciale al Dama, organizzato dal Corriere della Sera, dove esperti e membri della società civile hanno parlato di temi fondamentali. La transizione ecologica e l’inclusione sociale erano al centro del dibattito, con un focus particolare sugli aspetti legati ai gruppi più vulnerabili. La presidente della Fondazione Ant, Raffaella Pannuti, ha condiviso la sua visione per una Bologna più equa nel 2050, sottolineando l’importanza di formazione, governance e uso consapevole dei big data.
La formazione come chiave per il futuro
La formazione dei giovani è stata identificata come un tema cruciale per il futuro della città. Raffaella Pannuti ha osservato che per costruire una Bologna più accogliente e sostenibile è necessario ripensare l’istruzione, in particolare il ruolo delle università. La città possiede una storicità accademica che deve continuare ad essere valorizzata attraverso un nuovo accordo che coinvolga le aziende e i data center locali. È fondamentale creare un ambiente in cui gli studenti possano vivere dignitosamente, continuare a ricevere un’istruzione di qualità e trovare opportunità di lavoro. Proposte come la creazione di alloggi studentati accessibili e spazi sicuri per la socializzazione risultano essenziali per garantire che i giovani possano rimanere in città e contribuire attivamente alla comunità.
L’emergenza abitativa e la collaborazione necessaria
La questione abitativa emerge come una delle principali sfide per Bologna. Come vicepresidente di Acer, Raffaella Pannuti ha evidenziato gli sforzi attuali per affrontare la situazione, ma rimarca la necessità di un maggiore impegno. L’obiettivo è raggiungere lo “sfitto zero”, ma si rende necessaria una collaborazione con la Regione e lo Stato. È fondamentale, infatti, ottenere risorse per garantire affitti calmierati. La questione dell’accessibilità non riguarda solo gli studenti, ma anche famiglie e nuove professionalità che si trasferiscono in città. I progetti di edilizia residenziale pubblica devono integrare la socialità e la formazione, creando spazi che favoriscano l’interazione e la crescita dei cittadini.
Innovazione digitale e big data come opportunità
Un altro punto centrale del dibattito riguarda l’innovazione digitale e l’utilizzo dei big data. Raffaella Pannuti ha sottolineato che la transizione digitale deve incentrarsi sul servizio alla comunità. Far parte attivamente della rete d’assistenza territoriale è stato un tema trattato in un recente convegno tenutosi dalla Fondazione Ant. La direttrice del Sant’Orsola e l’assessore alle Politiche del Salute si sono confrontati sulla necessità di una cooperazione più attiva con le fondazioni che da anni operano sul territorio. L’idea è di utilizzare i dati per realizzare modelli di assistenza domiciliare efficaci, garantendo così un servizio ottimale ai cittadini. L’innovazione deve condurre a un accordo che unisca università, data center e terzo settore, promuovendo un modello di co-progettazione piuttosto che di assistenzialismo.
Transizione ecologica: un processo inclusivo
La transizione ecologica è un tema di grande importanza per Bologna, con l’obiettivo dichiarato di diventare carbon neutral entro il 2030. Raffaella Pannuti ha insistito sul fatto che questa transizione non può essere riservata solo a chi può permetterselo, ma deve includere anche le categorie più svantaggiate. L’adeguamento del modello energetico è essenziale, e si sottolinea come l’energia pulita debba restare accessibile a tutti. Ciò include la considerazione di fonti alternative e sicure, come il nucleare. La transizione digitale, pur essendo necessaria, comporta costi energetici che devono essere attentamente gestiti.
Fragilità della sanità e l’importanza del supporto sociale
Il settore sanitario, come altri, si trova ad affrontare nuove forme di fragilità sociale. Raffaella Pannuti ha messo in risalto che, in un contesto in continua evoluzione, è essenziale riflettere sulle sfide che un’epoca come quella attuale presenta. La capacità degli individui di distinguere tra vita virtuale e reale è un tema sempre più presente, specialmente per i giovani. È fondamentale che, in questo percorso di digitalizzazione, si tenga conto delle vulnerabilità, affinché si possa garantire un supporto adeguato a tutti i cittadini, evitando che alcuni siano lasciati indietro.
Integrazione per una salute collettiva
La questione dell’integrazione con il terzo settore emerge come cruciale per la costruzione di una sanità integrata e universalistica nel futuro. Raffaella Pannuti ha affermato che la stretta collaborazione tra diversi attori del settore è vitale per mantenere la pace sociale, evidenziando l’importanza di una visione condivisa per il benessere collettivo. Creare sinergie tra istituzioni e fondazioni potrà rappresentare un baluardo contro le incertezze attuali, mirando a un welfare più inclusivo e reattivo alle esigenze della comunità.