Schia in difficoltà: la Regione lascia senza sostegno, il rischio chiusura è concreto
La località sciistica di Schia, in crisi per la mancanza di fondi regionali, rischia chiusura. Il presidente Vignali chiede interventi urgenti per salvaguardare l’economia locale e attrarre turisti.

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La località sciistica di Schia, situata nell’Appennino Parmense, affronta una crisi senza precedenti a causa della mancanza di supporto finanziario da parte della Regione. Il presidente del gruppo Forza Italia, Pietro Vignali, ha lanciato un grido d’allerta, evidenziando la necessità urgente di un intervento per evitare il ridimensionamento e la possibile chiusura della stazione. Le domande sono tante e il futuro di Schia appare sempre più incerto, rischiando di avere un impatto negativo sull’intera comunità della Val Parma.
La mancanza di contributi regionali
Negli ultimi dieci anni, Schia ha subito un crescente isolamento finanziario. Vignali ha rivelato che dalla Regione non sono arrivate più risorse per gli interventi di qualificazione delle stazioni invernali. La situazione si fa critica: la capacità di attrarre turisti e di mantenere viva l’economia locale è messa a dura prova. Dal 2017, dopo la proposta di utilizzare contributi regionali per aggiornare l’impianto di risalita Prato Grosso, diversi ostacoli hanno impedito l’implementazione di questo piano. La vendita dell’impianto alla Unione Montana Appennino Parma Est e un parere negativo dell’Ustif sul suo prolungamento non hanno fatto altro che complicare la questione.
Questi sviluppi hanno aggravato la situazione di Schia, che si trova a dover fronteggiare un sistema di finanziamento che pare averla abbandonata. L’esclusione del comune dagli investimenti necessari per aggiornare l’infrastruttura sciistica non solo compromette l’operatività della stazione, ma mina anche la capacità di Schia di competere con altre realtà turistiche.
Fondi regionali e scelte controverse
Nel 2023, la Regione ha deciso di dirottare i finanziamenti su progetti cofinanziati tramite fondi statali del Funt, destinati esclusivamente allo sviluppo turistico. Questo ha escluso Schia dal giro di risorse vitali per la dismissione e il risanamento dell’impianto di risalita. Vignali ha messo in evidenza come questa scelta sia stata infelice, soprattutto alla luce della capacità dimostrata dalla provincia di Modena di ottenere finanziamenti significativi per le sue stazioni turistiche.
Il paragone con Modena è emblematico; qui, le sei stazioni turistiche hanno potuto contare su finanziamenti anche di due milioni di euro. Questa disparità solleva interrogativi sui criteri di assegnazione delle risorse e sulla consistenza del supporto regionale a una località così vulnerabile come Schia.
Proposte per il futuro
L’interrogazione presentata da Vignali non si limita a lamentare l’assenza di finanziamenti, ma propone anche di affrontare la questione alla radice. Il consigliere regionale ha invitato la Regione e la Provincia di Parma a valutare seriamente l’assegnazione di contributi essenziali a Schia. Una revisione dei progetti gestiti con il Funt potrebbe aprire porte inattese, puntando su altre iniziative cofinanziabili.
Inoltre, Vignali ha sottolineato l’importanza di dare priorità a Schia nella prossima programmazione dei fondi. La destagionalizzazione delle stazioni turistiche di montagna, che implica sviluppare attività anche al di fuori della stagione invernale, può rappresentare una chiave per la ripresa. Attraverso un approccio innovativo e strategico, potrebbe essere possibile rinvigorire l’economia locale, rilanciando Schia come meta ambita tutto l’anno.